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La pochezza della classe politica, se il popolo continua a rimanere in letargo, ci porterà presto in guerra

by / venerdì, 03 marzo 2023 / Published in Politica e riforme

Non so, forse per qualcuno continua a non essere chiaro, ma il ricambio politico in Italia continua nella direzione voluta da Washington e da Bruxelles, tradotto, la politica sta diventando cosa solo per burattini nelle mani dei grandi banchieri americani e dei loro maggiordomi, tanto per capirci, per gente alla Ursula Von per Leyen o alla Mario Draghi. Di fatto gli italiani stanno assistendo inermi, moltissimi, quasi tutti, minati nella salute e nella stabilità psico fisica dalle continue campagne vaccinali, sempre in corso e sempre di moda, contro un virus, il “covid19”, che forse un giorno, se qualcuno avrà il potere di cancellare l’abominio costituito da gente come Rothschild, Kissinger, Rockefeller, Soros, Gates o Schwab, arriverà a dire: “Non è mai esistito!”

Forse la gente, quasi completamente instradata sul viale del completo rincoglionimento, non se ne rende conto, ma l’Italia ormai si trova subito dopo la prima linea di fuoco nella guerra, scatenata dagli Stati Uniti d’America, fra Ucraina e Russia. Il nostro Governo nasconde la verità agli italiani, la nostra informazione, stupidamente, completamente all’oscuro di ciò che avrebbe dovuto insegnargli la storia, sta ripercorrendo i passi dell’informazione in voga nel ventennio fascista. In Italia è vietato, pena accuse di terrorismo, di tradimento della Patria, o addirittura a rischio della vita, dichiararsi a favore della Russia. Paese da sempre nostro amico, con il quale abbiamo sempre avuto cospicui e proficui scambi commerciali, nonostante fossimo stati noi, insieme alla Germania nazista, ad aggredirlo il 22 giugno 1941 nell’operazione denominata “Barbarossa”. Paese che nella lotta al nazi-fascismo ha contato fra la sua gente oltre 25 milioni di morti. Paese che ha liberato gli unici nove campi di sterminio nazisti presenti in Europa: Auschwitz, Belzec, Chelmo, Majdanek, Sobibor, Treblinka e Varsavia in Polonia, Male Trostenets in Bielorussia e Leopoli in Ucraina. Europa dove fra 1933 e il 1945 la Germania Nazista ed i suoi alleati, compresa la Repubblica francese di Vichy, di campi di concentramento, di raggruppamento, di prigionia, di transito, di smistamento, di lavoro forzato e detenzione ufficiali, ne crearono ben 42.000. Paese che portò alla luce la verità scomoda, sempre occultata dall’informazione occidentale e dalla storia che si studia nei Paesi N.A.T.O. e filostatunitensi, della lunga mano dei Rockefeller e dei Rothschild sulla Germania di Adolf Hitler, che storici qualificati fra i quali Walter Langer e Luigi Boschi hanno narrato governata dal figlio di Alois Hitler, che altri non era se non il figlio illegittimo del Barone Rothscild. Chissà, forse se tutti i campi di concentramento nazisti fossero stati liberati dai sovietici avremmo avuto ben più di nove campi censiti come campi di sterminio e forse sapremmo di più dei loschi affari che vedevano, ad esempio, il campo di Auschwitz controllato dalla “Standard Oil” di Rockefeller attraverso Max Warburg, uomo di facciata della famiglia Rothschild. Le cose, però, sono andate diversamente e non a caso ci ritroviamo a ripercorrere, a tappe forzate, la stessa strada che portò alla seconda guerra mondiale, lastricata di crisi energetica, disoccupazione, malattie, carestie e odio.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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