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Il Bel Paese non c’è più, buona “Italia” a tutti

by / domenica, 26 febbraio 2023 / Published in Economia e lavoro

Cos’è rimasto del “Bel Paese”, nome attribuito per antonomasia all’Italia in ricordo dei noti versi di Dante: «Del bel paese là dove ‘l sì sona” – Divina Commedia-Inferno. XXXIII, 80 – e del Petrarca: «il bel paese Ch’Appennin parte, e ‘l mar circonda e l’Alpe» Canzoniere, CXLVI)?! 

Senza ombra di smentita, credo di poter tranquillamente dire: “Nulla!” L’Italia da tempo, da molto tempo non esiste più! Dalla fine della seconda guerra mondiale ospitiamo, serviamo e riveriamo l’invasore: gli Stati Uniti d’America! Presente sul nostro territorio con oltre 120 basi militari, più di 13.000 soldati e con la VI flotta stanziale nelle acque del Mediterraneo. Non solo, per non farci mancare niente, la politica partitocratica, senz’altro fra le più corrotte del pianeta Terra, nel 1962 si affrettò a liquidare l’assassinio di Enrico Mattei, Presidente dell’E.N.I. convinto sostenitore dell’indipendenza energetica dell’Italia dal resto del mondo, come incidente aereo. E ancora, giusto per proseguire spediti verso l’annientamento dello Stato, a metà degli anni 90, dopo che all’inizio dell’ultimo decennio del secolo scorso si era brindato allo spegnimento definitivo dell’Italsider di Bagnoli, uno dei centri siderurgici più grandi d’Europa, gli italiani tutti in coro, alla stregua di scimmiette ammaestrate, cominciarono a plaudire fragorosamente l’inizio delle grandi privatizzazioni ad opera di Prodi e Draghi, poi proseguite e praticamente terminate da Berlusconi e Bersani con la complicità negli anni di Andreatta, D’Alema, Ciampi, E.Letta e Tremonti. Privatizzazioni che di fatto scrivevano la parola fine sull’esistenza dell’Italia! In quegli anni si sono gettate le basi per lo smantellamento definitivo dell’industria e ci si è consegnati anima e corpo nelle mani dei grandi potentati economici che nel nostro Paese erano venuti a far compere a prezzo di saldo dopo che nel 1987 l’Alfa Romeo era stata regalata alla famiglia Agnelli. Banche, società di servizi, società di telefonia, società energetiche, aziende casearie, aziende agroalimentari e tutto quello che prima garantiva oltre 200.000 posti di lavoro e grandi entrate economiche allo Stato, sono finite in mani private. In un attimo si sono privatizzate la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano, la Banca Nazionale del Lavoro, Il Banco di Santo Spirito, il Banco di Roma, l’E.N.E.L., la S.I.P.-Telecom, la Stet, i tre quarti di E.N.I., la Cirio, la Bertolli, la De Rica, l’Alemagna, la Motta, Autostrade S.p.A., Cofiri, Sofin, Aerhotel, SME, Finmare ecc. fino al quasi totale annientamento di ciò che sino a quel momento aveva significato Italia. 

Per lavorare un giorno in meno e guadagnare come se si fosse lavorato un giorno in più, parole e musica di Romano Prodi, si è infine scelto di cestinare la Lira, di entrare nell’Unione Europea e di metterci in tasca l’Euro, scatenando immediatamente, non fosse altro che per il cambio, quasi 2.000 Lire per un Euro, un’inflazione mai vista prima. Ma a tutti è andata bene così, quando nel 2005, disgustato dalla politica partitocratica romanocentrica, insieme a pochi coraggiosi e mai domi amici, fondai Italia Terra Celtica, i benpensanti, quelli che non hanno mai capito un cazzo riuscendo anche a trovare una diversità, in realtà inesistente, fra “politica di destra” e “politica di sinistra”, gli stessi che ancora sino a ieri hanno additato le donne e gli uomini liberi come pericolosi untori “no-vax”, mi diedero anche del pazzo, secondo loro la devastazione economica e sociale dell’Italia, probabilmente, era ed è cosa buona e giusta. Secondo me e secondo noi tutti di Italia Terra Celtica, invece non lo è!

Quello che è accaduto, che è stato lasciato accadere, è un qualcosa di ingiustificabile, mai si potrà perdonare agli italiani ciò che hanno fatto all’Italia ed ai loro figli. La verità, tanto brutta quanto assolutamente vera, è che, indipendentemente dal titolo di studio che sfoggiano, magari anche con supponenza e arroganza, gli italiani sono un “popolo” di vigliacchi e di corrotti! Non basta dire “Mi sono fidato di chi ho votato”; non basta dire: “Non mi sono reso conto”; non basta dire: “Io ci avevo creduto” e non basta neanche dire: “Le leggi non le faccio mica io”, nossignori, sono tutte scuse e sulle scuse non si costruisce nulla; le scuse sono menzogne che normalmente i vigliacchi raccontano a sé stessi per avere ancora la scusa di potersi presentare davanti allo specchio senza doverlo prendere a testate.

Ormai credo sia tutto perduto, un piccolo Movimento politico come il nostro non ha la forza di cambiare le cose e la gente, tutta intenta a plaudire la politica vaccinale e guerrafondaia della partitocrazia romanocentrica, non sembra assolutamente disposta a far divenire grande Italia Terra Celtica. Questo significa che entro fine mese l’Italia cederà all’Organizzazione Mondiale della Sanità la gestione della salute dei propri cittadini; che continueremo a svenarci, provocando nuova disoccupazione e nuova disperazione, nel sostegno dell’Ucraina in guerra contro un Paese, la Russia, da sempre nostro amico; che continueremo, con leggi ad hoc, nella distruzione chirurgica del nucleo familiare; che continueremo nella tutela dei delinquenti reprimendo e condannando ad anni di carcere chi dai delinquenti è costretto a difendersi per l’assoluta mancanza di sicurezza; che continueremo nella svendita del Paese che ormai, alienato il comparto produttivo e dei servizi, sta proseguendo con la privatizzazione di spiagge, isole, parchi e palazzi storici; che continueremo nello smantellamento della sanità pubblica e nell’annichilamento della scuola; che continueremo a rendere la “giustizia” una cosa per i pochi, come in America, che se la potranno permettere; che continueremo verso la follia delle auto elettriche e delle case coperte da pannelli fotovoltaici e che continueremo, nonostante tutto, a chiamarci “italiani”, giusto per non far disperare milioni di persone che non capiranno mai, alla ricerca di sempre nuove scuse che gli consentano la presenza davanti ad uno specchio.

Bisognava prenderne atto e l’abbiamo fatto, viviamo circondati da decine di milioni di dormienti che, invece di ringraziare, s’incazzano se si tenta di svegliarli. Buona “Italia” a tutti!

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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